top of page
Immagine del redattoreAntonio Cicala

Smeraldo (gemma)

Aggiornamento: 30 giu

Smeraldo verde gemma

Smeraldo, in latino smaragdus, in gredo smaragdos, dal caldeo samorat o dal semitico baraqt o, ancora, dal sanscrito barag (lampeggiare); in persiano smeraldo significa “cuore di pietra”.


Le leggende sullo Smeraldo

Gemma di antichissima tradizione magica e religiosa, lo smeraldo era addirittura deificato nel Perù come Dio della Luce Pochamac o come dea, e onorato con offerte di smeraldi più piccoli, appunto i figli della dea. Non rari erano i sacrifici umani celebrati attorno alla divinità verde chiamata, dalle civilità precolombiane, Thalschihuitl e costituita in realtà da un enorme smeraldo, sul quale era incisa l’effigie di una rana.


Questa leggendaria gemma pare sia stata ritrovata dall’Osculati, ma non potè mai uscire dalla foresta umida, dove l’esploratore e i suoi uomini vennero massacrati dagli indigeni; unica testimonianza furono le pagine del diario che egli affidò a una bottiglia, e che furono ritrovate, per una disgraziata coincidenza, solo dopo la sua crudelissima morte. C’è chi ritiene che si trattò della maledizione della Dea contro chi aveva tentato di impossessarsene.


Gli antichi Indiani veneravano alcuni laghi come residenza di Dei e vi sacrificavano smeraldi e oro; anche qui, come nell’America del Sud, lo smeraldo di Manta era adorato come divinità, perchè, si diceva, donasse salute e ricchezza. I Brahamani lo impiegavano per adornare le statue delle divinità e, in particolare, l’immagine di Kama, Dio dell’Amore.


Si credeva che lo smeraldo nascesse nel capo del dragone delle montagne e non si esitava perciò a fracassare il cranio di innocui animali, confusi col mitico drago, alla ricerca della bellissima gemma; questa credenza si rifà probabilmente alla leggenda di Ratna Pariska, che narra il combattimento tra l’aquila Garuda e Tasuki, il Re dei Serpenti, che stava portando tra i monti la bile del re di Danabas e che durante la lotta lasciò cadere ai piedi delle montagne; da esse nacquero le miniere di smeraldo.


Gli smeraldi nelle varie culture antiche

Smeraldi molto interessanti furono ritrovati nelle piramidi dei Faraoni egizi; gli Egiziani erano, in antichità, i principali fornitori di smeraldi provenienti secondo le notizie dell’epoca oltre che dall’Egitto, anche dalla Scizia. Qui la gemma era denominata ma o mafer ed era consacrata ad Iside. I Druidi si incoronavano di verbena con uno smeraldo, che fungeva da pendente in mezzo alla fronte.


I Romani lo dedicarono al Dio Mercurio, protettore dei viaggi e dei commerci; alcuni smeraldi furono rinvenuti negli scavi di Ercolano e Pompei, i paesi sepolti dalla cenere durante l’eruzione del Vesuvio del 25 agosto ’79 d.C.. Cleopatra regalava smeraldi con inciso il proprio ritratto come ricordo; Nerone li usava regolarmente come lenti per assistere agli spettacoli dei gladiatori.


Moltissime le leggende greco-romane attorno allo smeraldo: quella dell’anello di Policrate racconta, ad esempio, di come il re, che possedeva una gemma bellissima rappresentante tutta la sua fortuna, l’avesse sacrificata agli Dei per ottenerne il favore, gettandola in mare. Ma l’indomani la gemma fu ritrovata nell’intestino di un grosso pesce alla mensa del re. In seguito il possessore dello splendido smeraldo divenne l’imperatore Augusto, che lo depose, incastonato, ai piedi dell’altare della Dea Concordia.


Plinio narra la storia del mausoleo di re Ernia, ornato dalle statue di due leoni dagli occhi di smeraldo; la costruzione sorgeva vicino al mare e le gemme, con la loro lucentezza, spaventavano così tanto i pesci che i pescatori del luogo, costretti alla fame, glieli cavarono.


Anche qui la connessione col pesce serpente drago appare evidente, così come nelle saghe nordiche, che vogliono lo smeraldo custodito, come in India, dai grifoni, serpenti alati delle cime. Sembra che questi animali, custodi o, comunque, legati alla gemma, rappresentino l’evoluzione mitica di un unica specie: il pesce, antichissimo essere sacro della mitologia vedica, si trasforma nel serpente, simbolo ctonio per eccellenza, fino a raggiungere il drago, dotato di ali, la perfetta unione del cielo e della terra, il Tao; e di nuovo torniamo al pesce nei miti che considerano lo smeraldo la pietra delle sirene, fino a che esse non gli preferirono la perla, abbandonandolo ad altre rive.


Gli smeraldi nel medioevo

In epoca medievale, esso divenne invece la gemma degli gnomi, padroni della terra e delle miniere; portato assicurava il favore di questi simpaticissimo, dispettosi custodi delle immense ricchezze del suolo. Qualcuno invece, continuando la tradizione romana che consacrava lo smeraldo alla Dea Vesta, protettrice della famiglia e del focolare domestico, lo attribuisce alle Salamandre, signo del fuoco, ruolo che sarebbe però più pertinente al rosso rubino.


Santo Graal

La leggenda del Santo Graal

La tradizione cristiana racconta che lo smeraldo cadde dal casco di Lucifero, durante il combattimento con l’Arcangelo Gabriele; in esso venne intagliato il Graal, mitico vaso dotato di ben 144 angoli (somma teosofica: 9 che è il numero della conoscenza) che contenne il sangue di Cristo, ambito da cavalieri e sapienti in ogni angolo della terra.


Tutti quelli che si accinsero alla ricerca, per quanto nobili e valorosi, racconta l’epopea di re Artù, fallirono; solo Gaalad, candido e puro di cuore, riesce nell’intento e ritrova il mitico vaso, ma, compresa l’essenza di tutte le cose, sente di non avere più alcuna ragione di vita e chiede la grazia di trapassare nell’altra dimensione.


Il suo desiderio viene esaudito e con lui una mano incorporea discesa dal cielo rapisce il vaso e lo riporta nel luogo donde era giunto. Da allora più alcun essere umano ha potuto vedere la mistica coppa; vale a dire nessuno è stato più degno di possedere la vera conoscenza dell’ordine cosmico. Tale convinzione ce lo confermano le scritture indiane, siamo nel Kali Yuga, epoca di ignoranza e oscurantismo.


La stessa confusione che permea tutto il sapere, l’esoterico come l’occulto, ne è la più tangibile prova. Lo smeraldo è dunque simbolo della rivelazione divina e come tale viene portato, forse ormai a torto, dai papi sulla tiara. Per gli antichi lo smeraldo era diaspro maturato; il Teifasciste lo considerava invece prodotto del giacinto: “nasce rosso”, scrive, “poi diventa nero, a causa del calore, indi giallo di fuori e blu di dentro e infine verde”. 


Ma lo smeraldo in realtà non è nè diaspro nè giacinto, pensì un berillo. Già Plinio aveva accertato: “a molti pare che i berilli abbiano la medesima natura o certamente simile“; dunque questa analogia non era sfuggita a tutti.


Le caratteristiche dello Smeraldo

Lo smeraldo è un silicato di berillio e alluminio, colorato da sostanze in forma di cromo, ferro e vanadio. Cristallizza nel sistema esagonale e appare spesso dotato di inclusioni liquide o solide; birifrangente uniassico, possiede lucentezza vitrea o vellutata, assai viva, che non diminuisce alla luce artificiale; appare talvolta del tipico colore verde brillante, talaltra tendente al giallo o al grigio, mai all’azzurro. La tinta è stabile al calore, alle radiazioni, ai raggi ultravioletti, ma può accadere che non sia uniforme e si strutturi in strisce alternate, parallelamente alla base.


Lo smeraldo presenta il fenomeno del pleicroismo, anche se non elevatissimo; la trasparenza è raramente perfetta. Frequenti difetti, quali le già menzionate inclusioni, le setole e le fratture interne, rovinano facilmente la gemma. Il peso specifico è piuttosto basso e lo stesso si può dire della durezza. Sottoposta ad alte temperature, questa pietra fonde. Smeraldo viene chiamata impropriamente anche la varietà verde dello zaffiro ed il comune berillo; unito all’attributo orientale, questo termine designa invece un corindone verde, ossido di alluminio.


E’ con questa pietra, oppure col demantoide, la tormalina verde o alcuni pirosseni, che lo smeraldo viene talvolta sostituito, con poche conseguenze dal punto di vista magico, ma molte sul piano economico. I falsi hanno però peso specifico più alto; si tenga inoltre presente che il demantoide è monorifrangente, cosa che lo distingue nettamente dal birifrangente smeraldo.


Dal 1888 esistono anche smeraldi di sintesi, simili nel colore, ma più piccoli; per quanto concerne i cristalli, rispetto a quelli naturali, i falsi di vetro, detti smaragdolin, mancano di cleicroismo, hanno peso più alto ma durezza inferiore e presentano oltre a ciò inclusioni gassose, anzichè liquide come nella varietà naturale.


Solo di recente sono stati riscoperti gli antichi giacimenti egiziani, aperti nel 1650 a.C. nell’Alto Egitto, presso il Mar Rosso a Djebel Sikarte, a Djebel Sahara e successivamente sfruttati dagli Arabi fino al 700 d.C.. Lo smeraldo è presente anche in Europa; giacimenti sono presenti in Austria, in Norvegia, e negli Urali, dove fu rinvenuto casualmente per la prima volta da un contadino tra le radici di un albero divelto; gli smeraldi russi sono però spesso opachi o striati, di qualità scadente.


Molto belli sono invece quelli del Brasile e della Colombia; quanto alle miniere messicane, erano già state interamente sfruttate all’epoca dell’invasione degli Spagnoli; anche il North Carolina (Stati Uniti) è oggi produttore di smeraldi e così il Transvaal, patria dei diamanti africani.


A causa della bassa durezza, la pietra viene tagliata con una certa facilità, solitamente a gradini, a tavola, a brillante, a rosetta o a superficie curva. Sono rari gli smeraldi grossi e perfetti; piuttosto comuni invece quelli imperfetti, anche di notevoli dimensioni. Si pensi che, anticamente, si usava intagliare nello smeraldo intere statue come l’effige di Serapide (dio egizio-greco dell’oltretomba).


Qualche esempio di smeraldi famosi per l’imponenza delle loro dimensioni, unita a una notevole bellezza: quello del catino del Duomo di Genova (da alcuni identificato come il Santo Graal), quello della Corona Ferrea di Monza; e ancora quello di 1350 carati appartenente al duca di Devonshire, quello dello zar di Russia di cm 12 x 15 e quello della Corona d’Austria. Nel valore, lo smeraldo è equiparabile al rubino; vi è una crescita proporzionale al peso.


La magia dello Smeraldo

Si è già accennato alla simbologia della gemma nella leggenda del Santo Graal; ma oltre che della conoscenza occulta la gemma è anche emblema di castità, ricchezza, spiritualità e gentilezza.


Col suo colore verde intenso è diventata sinonimo di primavera, rinascita, speranza; significa anche bellezza, onore, bontà e fedeltà. Come pietra di Venere indica l’amore, l’affetto, la simpatia e ne è eccellente talismano, da sempre protettore degli amanti. Rappresenta l’apostolo Giovanni e, terza gemma del razionale, Giuda.


Magicamente la gemma è sostituibile dall’acquamarina, con la quale spartisce l’influsso di Venere, ma è di pregio alquanto minore. Lo smeraldo è pietra dell’armonia; regala eterna giovinezza ed intima felicità, ma nuoce a chi lo porta indegnamente. Aiuta la riuscita, dissipa le pene dell’anima, rafforza gli affetti, dona felicità interamente costruita sulla virtù; se il portatore cade nell’errore, nella carnalità, oppure se si ammala gravemente, esso si spezza; incrinandosi, denuncia civetteria e cattive inclinazioni, uscendo dall’anello in cui è incastonato presagisce una morte imminente, illividendo segnala l’infedeltà.


Procura l’amore a chi è solo, rende costanti e fedeli coloro che gli hanno incontrato il compagno/a, dona gioia domestica. Qualche autore sostiene che la gemma provi tanto disgusto per l’atto sessuale da spezzarsi quando questo avviene; secondo altri ciò si verificherebbe solo in caso di unione illegale, termine che in altri tempi aveva il significato di gioco carnale privo di affettività; combatte in ogni caso la lussuria e la lascivia, conserva la castità e scopre l’adulterio. Protegge in generale le donne incinte e i bambini di qualsiasi età, conferendo loro buona salute, felicità e fortuna.


Uno smeraldo renderebbe fecondi, prudenti e mansueti, aguzzerebbe l’ingegno, rafforzerebbe la memoria, indurrebbe all’amore per lo studio. Si dice scacci le paure, i demoni, i fantasmi e accresca le ricchezze.


Allontana, secondo la leggenda, le serpi, addirittura ferendo loro gli occhi; rende innocuo il malocchio e la fascinazione; aiuta nelle scelte dei veri amici; si dice infatti che esso perda la sua bella luminosità in presenza di persone false, la cui compagnia sarebbe così segnalata. Influenzato da Mercurio, stimola l’interesse per i paesi esotici; contrasta incidenti, discordie, contrarietà apportando la calma dello spirito e la sicurezza materiale.


E’ la gemma prediletta dalle donne brune o rosse e da tutti i viaggiatori naviganti; dalle prime perchè rende gentili, persuasivi e affascinanti; dagli altri perchè calma le tempeste, così come le passioni e protege dai pericoli del mare, potere conferitogli dal legame con la luna e le maree.


Lo smeraldo fa conoscere i segreti, dona conforto e saggezza e, posto sotto la lingua, comunica il dono della profezia e la capacità di evocare gli spiriti e di ritrovare gli oggetti perduti. A tal scopo lo si impiega anche come specchio magico e il migliore per questo scopo, assicura Alberto Magno, “è quello giallo, che si trova nel nido dei grifoni e dona anche forza e salute“. Per questo è chiamato anche pietra dei Magi e costituisce la gemma d’elezione per le opere magiche mattutine.


Tanto è forte il legame magia-smeraldo, che le famose tavole di Ermete Trismegisto, reincarnazione di Thot, contenenti le basi dell’occultismo, sono dette appunto tavole smeraldine. E’ anche la pietra dell’oblio e tenuta in bocca fa scordare i dispiaceri o meglio, li addolcisce infondendo speranza. Una curiosa proprietà: impedisce di ferirsi cadendo da cavallo e, consacrato, libera i prigionieri.


In terapia, usata come polvere, bevanda, amuleto, la bella gemma verde combatterebbe emorragie, epilessia, affezioni dell’epidermide, spezzandosi se la malattia risultasse troppo forte per poter esser vinta. Applicato sull’addome, si diceva arrestasse le coliche e la dissenteria; alleviava i dolori di stomaco e le sofferenze del parto, ritardandolo; posto sulla coscia, al contrario, lo affrettava.


Di natura fredda e secca veniva somministrato per uso interno contro i morsi degli animali velenosi e l’ingestione di tossici, in dose di 8 grani, in latte di mandorle; arrestava la caduta dei capelli, curava la tigna, le febbri e la peste (6 grani in acqua cordiale).


Contrastava gli esaurimenti, gli svenimenti, le amnesie e, come tonico ricostituente, infondeva vigore ai vecchi. Plinio consigliava di fissare uno smeraldo per confortare la vista affaticata. In Oriente, questa presunta virtù viene rafforzata mediante l’incisione di un versetto del Corano sulla gemma; in Irak lo si lega, invece, per questo scopo, al braccio sinistro mediante un cordone verde; in effetti il verde è anche secondo la medicina naturistica moderna, un colore tranquillizzante e riposante per gli occhi. Un cataplasma di smeraldo gioverebbe ai lebbrosi; la stessa gemma polverizzata e somministrata in acqua, incrementerebbe la peristalsi, l’appetito, curerebbe la tisi e le palpitazioni.

Come indossare uno smeraldo

Lo smeraldo deve essere portato al collo, in modo che tocchi il seno, per aumentare le ricchezze, migliorare le facoltà visive, combattere tempeste, lussuria e formulare solo pensieri puri.


Dovrebbe però essere evitato dalle coppie che coabitano carnalmente senza vincolo matrimoniale, afferma la tradizione; considerando le cose con un’ottica più aperta, più moderna, non sarà la presenza o l’assenza del sacramento a determinare la validità dello smeraldo, quanto piuttosto la disposizione di spirito, il sentimento interiore che unisce i due partner. La pietra dovrà essere montata in oro o in rame; in anello, portato sull’indice, protegge dal veleno e portafortuna, rendendo al contempo gai e ottimisti.


L’immagine di un uomo che porti erba al collo, incisa nella gemma, libera dalla follia acuta e aiuta coloro che svolgono la professione medica. La figura di un mercante o quella di un uomo seduto su un altro uomo dona ricchezza, solleva da ogni bisogno e rende vincitori.


L’effige di Mercurio fa il portatore eloquente e abile nei commerci; quella di un pappagallo rende amati da tutti; quella di uno stornello potenzia tutte le virtù della gemma. Lo smeraldo con incisa un’aquila o uno scarabeo, ha le stesse virtù dell’ametista; appeso al collo con “crine di cinocefalo o piume di rondine” apre i palazzi dei re, allontana grandine e cavallette, contrasta le emorragie.


Influssi astrali con lo smeraldo

Gemma di Venere, di Mercurio, del Sole, di Giove e della Luna, lo smeraldo costituisce un eccellente talismano per chi abbia il Sole o l’Ascendente nel Toro, nei Gemelli, nel secondo decano del Cancro, nel terzo della Vergine, nel primo del Sagittario e nel secondo dell’Acquario.


I nativi della Vergine saranno protetti dagli ostacoli, le inimicizie, le gelosie e i problemi finanziari; otterranno fortuna in amore e un matrimonio felice. I Cancri della seconda decade eviteranno incidenti, inquietudini, ossessioni e discordie, diverranno più eloquenti, ma dovranno tenere la gemma all’altezza dello stomaco, organo connesso col loro segno.


I Tori portino la gemma contro i dispiaceri familiari e le ansietà, per cautelarsi dalla rovina economica e dalla vedovanza, le Bilance contro le speculazioni sbagliate e il divorzio; i Sagittari della prima decade, mercuro-gioviani, saranno più calmi e protetti dalla pietra contro le imprudenze e i colpi di testa; gli Acquari urano-mercuriani della seconda decade eviteranno, con uno smeraldo, inganni e dispiaceri d’amore.


A tutti i Cancri, i Tori, i Vergini e i Sagittari, lo smeraldo assicura la fedeltà del partner e fa riconoscere il tradimento. Chi non possiede nel tema di nascita una luna ben messa, se essa si trova in Capricorno o in Scorpione, in 8^ o in 10^ casa, oppure male aspettata, dovrà sostituire lo smeraldo con altre pietre. Se invece essa è ben messa in Cancro, Toro o Pesci il portatore dello smeraldo ne trarrà innegabili vantaggi tra i quali spiccate capacità di veggenza e di concentrazione, calma e pace dello spirito.


Curiosità sullo smeraldo

Lo smeraldo è pietra di primavera perchè il verde simboleggia la natura e la rinascita. I mesi favorevoli sono: maggio, giugno e, secondo la tradizione indiana, ottobre; il giorno: il mercoledì e il venerdì; l’ora: la seconda e la terza del dì. Chi è nato in questi mesi, giorni e ore sarà perciò particolarmente beneficiato dalla gemma, sempre che non intervengano nell’oroscopo fattori avversi.


In particolare lo smeraldo rende gentile chi è nato in maggio e gli dona un amore felice. Spiriti planetari connessi allo smeraldo: Muriel e Raphael. E’ quindi pietra propizia per tutti i Raffaele e Raffaella, per Dino e per Gustavo. Sognare lo smeraldo presagisce una lunga attesa.

© Foto: Cicala, Wikipedia.
121 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page