Perchè circolare? Perché all’anulare e perchè a sinistra?
La sua forma circolare ricorda l’Uroboro, un simbolo antichissimo, che rappresenta un serpente che si morde la coda, ricreandosi continuamente e formando così un cerchio, e lo identifica come simbolo di eternità. Il cerchio, la forma avvolgente più perfetta. In ogni punto di una fede non esiste un inizio e una fine. Un cerchio appunto, senza inizio e senza fine.
Da sempre le fedi, in quanto pegno di amore, vengono indossate ad un dito della mano sinistra, denominato appunto “anulare”. Perchè? Oggi è ormai una consuetudine e convenzione consolidata, ma fin dall’antichità l’anulare era considerato il dito del cuore, in quanto pare che già gli antichi egizi nei loro avanzati studi del corpo umano, avessero scoperto un particolare nervo sottilissimo che proprio da questo dito si dirigeva ed arrivava sino al cuore.
Da un’antica credenza cinese
Un’altra spiegazione ci perviene da un’antica credenza cinese...
Perchè le fedi vanno indossate al dito anulare?
Congiungi i palmi delle tue mani, piega entrambi i diti medi mantenendoli sempre accostati per la falange intermedia più lunga, e tieni sempre unite per le punte tutte le altre dita.
A questo punto distacca i pollici (questo rappresenta la scissione dai genitori, i quali purtroppo un giorno non saranno più al nostro fianco);
Ora ricongiungi i pollici e separa le punte degli indici (questo significa che un giorno i nostri fratelli e sorelle formeranno una loro famiglia allontanandosi da noi);
Adesso ricongiungi gli indici ed allontana le punte dei mignoli (questo significa che anche i nostri figli un giorno prenderanno la loro strada, diventeranno indipendenti e formeranno una loro famiglia);
Dopo aver ricongiunto i mignoli, ti accorgerai che la stessa operazione non potrai ripeterla con gli anulari. A segno di una unione inscindibile con il partner. A questo dito metteremo dunque l’anello nuziale, promettendo così di non dividerci mai!
Promessa d’amore
“Anni fa, assisto ad una scena più volte capitata a tutti noi. Ma quella volta, la risposta di una bimba, mi colpì e rimase impressa per la sua semplicità ed efficacia. Alla classica domanda della mamma. “Quanto bene mi vuoi?”, fu evidente l’indecisione della bimba di nome Ilaria nel non sapere trovare le parole adatte per esprimere l’amore immenso che sentiva. Poi di botto, la risposta: “…fin dove non ci sono più numeri!”. Ecco, un amore immenso portato all’infinito. La capacità che forse solo l’innocenza infantile di un bambino sa concretizzare in poche parole. L’espressione di un sentimento nel quale si sono cimentati da sempre scrittori e poeti, sintetizzato in poche e semplici parole!
Oggi questa semplice frase, che è diventato uno dei nostri marchi brevettati, accompagna la collezione di fedi di nostra produzione “Promessa d’Amore”. Un frase che è anche un augurio sincero agli sposi, che vogliono portare al dito ogni giorno, la promessa di una amore senza fine”. Massimo Cicala