L’etimologia della parola perla
Il termine popolare perla è relativamente moderno: emerse nel Medioevo e può derivare sia dalle parole perla o pirula (piccola pera), sia dal latino sphaerula (pronunciata sperula, piccola sfera). Ai tempi dei greci e dei romani era nota con il nome di margarita. Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia (Storia della Natura), un trattato naturalistico enciclopedico scritto tra il 23 e il 79 parlò di “perna” analizzando un mollusco trovato nel Mar Nero.
Le perle nella storia
Le perle vengono menzionate anche nel libro di Giobbe (testo contenuto nella Bibbia ebraica Tanakh e cristiana), nel Talmud (raccolta di discussioni tra sapienti nonchè testo sacro dell’Ebraismo) e, più di 2000 anni prima di Cristo, in un antico testo sacro indiano conosciuto come Veda dei Brahmini, che descrive un amuleto decorato con perle, atto ad assicurare lunga vita e prosperità ai discepoli di Brahma. Nonostante avessero una parte importante nella cultura e nel commercio dell’antica India (esistevano dei veri e propri luoghi per la loro vendita), non vi sono testi che parlino dei luoghi di pesca fino al II secolo d.C., quando il Golfo di Mannar in Sri Lanka venne citato per la prima volta come “il luogo dove si trovavano le perle”.
Anche nel popolo Persiano le perle godettero di grandissima popolarità e prestigio: le ritroviamo infatti rappresentate in bassorilievi di terracotta collocabili orientativamente fra il IX e il VII secolo a.C.. Al giorno d’oggi, il più antico ornamento di perle giunto fino a noi è conservato presso la Galleria di Arte Persiana al Museo del Louvre di Parigi: si tratta di un girocollo composto da tre fili (per un totale di addirittura 216 perle), scoperto dall’archeologo J. Morgan all’interno di un sarcofago bronzeo nel 1901 a Susa, sede del Palazzo d’inverno dei re persiani. Questo reperto, che risale al VI-V secolo a.C. ci mostra chiaramente come le perle fossero usate presso i popoli antichi non solo come meri ornamenti ma anche come oggetti dotati di una forte valenza mistico-religiosa.
Il più antico testo di storia cinese ci narra che circa nel 2500 a.C. un re ricevette in regalo una splendida perla di eccezionali dimensioni. Sembra inoltre che la Casa Reale accettasse e gradisse particolarmente le perle come metodo di pagamento per tasse ed imposte. Da altri libri si evince anche che i cinesi utilizzassero le perle per scopi farmaceutici e di guarigione. In tutte queste grandi civiltà, oltre che nella antica Grecia classica e nella Roma imperiale, sia gli uomini che le donne usavano portare le perle come simbolo di potere economico e di importanza sociale data la loro rarità e bellezza.
Dai trattati di Plinio il Vecchio traiamo ancora una importante considerazione: per i Romani le perle erano considerate “prime fra tutte le cose preziose“, erano simboli d’amore e bellezza; proprio per questo erano spesso dedicate a Venere (Afrodite per i greci), principale divinità romana associata a fertilità, amore e bellezza. Inoltre secondo Svetonio (Vita di Cesare), la presenza di molluschi perliferi di acqua dolce nei territori britannici ebbe un ruolo importante nella decisione di Giulio Cesare di conquistare l’Inghilterra.
Dipinto ritrovato a Pompei nel Tempio di Venere. Risale al I secolo d.C. e ritrae Venere in una conchiglia.
Plinio e Solino (I secolo d.C.) descrivono l’enorme ricchezza di perle dell’isola di Taprobane (Sri Lanka). Plinio inoltre, oltre a dare le prime rudimentali indicazioni riguardo agli elementi di valutazione dell perle come gradi di colore (biancore), dimensioni, rotondità, aspetto della superficie e peso, mise in evidenza inoltre l’impossibilità di trovare due perle perfettamente uguali (la perla essendo creata in maniera naturale non potrà mai esser uguale ad un’altra). Sempre al periodo romano appartiene la prima teoria sulla formazione delle perle, secondo la quale “la rugiada notturna durante il plenilunio è la diretta responsabile della fecondazione dei molluschi”. Strano ma vero, questa teoria sopravvisse, citata in numerose pubblicazioni scientifiche, fino al secolo scorso.
A Roma fu costituita anche la corporazione dei margaritari (dal latino, derivato dal greco margarita = perla). Le “officinae margaritariorum” erano situate vicino al Foro e lungo la Via Sacra, ed erano il segno dei mercanti di perle e degli orafi in genere.
Dopo il sacco di Roma da parte dei Visigoti del re Alarico (24 agosto 410 d.C.), evento funesto che impressionò moltissimo le popolazioni ed ebbe un enorme risonanza in tutto l’Impero Romano, Costantinopoli divenne il nuovo grande centro per il commercio delle perle, primato che conservò per un davvero lungo periodo, grazie soprattutto al perdurare della grande crisi politica ed economica che investì l’Occidente. In seguito il periodo delle Crociate (XI e XII secolo) favorì un enorme afflusso di perle dalle zone dell’Oriente, importazione che portò ad un incremento altrettanto grande della loro diffusione e popolarità, grazie anche al misticismo medievale che faceva coincidere la perla con il simbolo dell’amore di Dio, puro e perfetto. Cristo fu visto a tutti gli effetti come la preziosa perla generata da Maria. Caratterizzate sempre più da questo aspetto mistico e ultraterreno, le perle vennero usate come ornamento di altari e paramenti sacri.
Il declino dell’uso delle perle
Con il progredire delle tecnologie, ed in particolare con lo svilupparsi delle tecniche di facettatura, taglio e politura delle gemme di origine inorganica iniziò una fase di declino nell’utilizzo delle perle. L’impiego delle pietre preziose costituì un motivo fondamentale della crisi del mercato delle perle in gioielleria, specialmente verso il 1725 quando furono scoperti i giacimenti di diamante in Brasile. Inoltre, nello stesso periodo si esaurirono anche alcune importanti fondi di molluschi perliferi e altre cominciarono a dare forti segnali di instabilità di produzione. Questi problemi verranno superati solo con l’avvento delle perle coltivate e l’affinamento delle tecniche di allevamento dei molluschi perliferi nell’ultimo secolo.
La leggenda dell’essenza degli Dei
Secondo una antica leggenda, le perle sono un dono del dio Oro, re del Firmamento. Quando Oro, dio di pace e di fecondità, scese sulla terra per trovare una moglie mortale, lo fece viaggiando lungo l’arcobaleno, alle cui estremità vi erano il cielo e la terra. Man mano che Oro camminava lungo l’arcobaleno, quasi scivolasse su una tavola, alcune gocce di colore caddero dall’arco. Nella discesa, ogni singola goccia mescolò luce e colore al chiaro di luna. Queste iridescenti unioni di luci e colori rotolarono dolcemente verso il mare, dando vita con il loro prezioso contenuto alle perle.
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